Alessandra Tamburella amo cantare i miei brani perché riesco ad esprimere tutta me stessa fino in fondo.
Oggi abbiamo il piacere di intervistare Alessandra Tamburella cantante in un coro gospel ed autrice di testi per canzoni in dialetto siciliano. Persona amabilissima che applica anche nella sua ricerca sia nella voce, che nel suo progetto ed in particolare per "Liscìa", la sua sensibilità umana. "Liscìa" prende il nome dall'antico sapone ottenuto dalla cenere, ma che in catanese è anche il modo per dire di approcciare alle situazioni in modo leggero. Conosciamola più da vicino. Benvenuta Alessandra, raccontaci un po' di te e da quando la musica è compagna della tua vita, ovvero Il primo incontro con Euterpe, Musa della musica, quando è avvenuto?

Il primissimo incontro, adesso che mi ricordo, risale ad un episodio davvero tenero e carino. Frequentavo la parrocchia e mi ricordo che mi fecero cantare nella mia stessa cresima, quello fu, se vuoi il primo contatto anche con il pubblico. La mia insegnante di piano mi spingeva oltre la mia timidezza e mi diceva che ero brava, incitandomi a percorrere questa strada. Poi quando sono cresciuta ho fatto qualcosa ma a livello amatoriale, magari anche piccole cose con gli amici. Con il trasferimento a Roma invece ho preso la musica più sul serio, e questo è accaduto anche in concomitanza di altri personali episodi della mia vita, che mi hanno poi spinto a fare lezioni di canto. Ho iniziato a cantare nel mio primo coro gospel e da li poi è proseguito tutto.
Quando invece hai iniziato a scrivere testi come autrice?
Ho iniziato a scrivere dei testi dopo l'incontro fortunato con Alfonso D'amora, musicista di immensa esperienza, fantastico ed umile persona con un grande lato umano oltre che grande sensibilità artistica. Lui sentì dei miei audio e mi consigliò di indirizzandomi nel canto in dialetto siciliano. Già precedentemente scrivevo molto, se vuoi per me stessa, per sgorgare in qualche modo i miei pensieri. D'amora in questo mi ha aiutato molto, mi suggerì di cantare in siciliano per far uscire la vera Alessandra. Mi mandò un suo audio con un brano musicale e mi disse di comporci su un testo, spontaneamente, così come mi veniva, solo che fosse in dialetto siciliano. Scrissi così "Comu lu mari" è stato questo il mio primo testo come autrice. Nel pezzo in cui si parla dell'uomo di cui sono innamorata messo a confronto con il mare, con le sensazioni ed emozioni che genera. Io stessa, confesso, quando terminai di comporlo mi meravigliai di ciò che avevo creato e nel modo del tutto naturale in cui vi ero riuscita. Sono cose che a volte è difficile spiegare a parole. Solo chi ha sentito le stesse emozioni, forse solo pochi, possono comprendere ciò che sto cercando di spiegare. Con Alfonso D'amora c'è stata immediata empatia e ci siamo subito compresi, questa intesa è sfociata in una profonda sinergia artistica. Lui è napoletano, io siciliana e quindi con le radici del sud è nato "Liscìa". Ancora oggi scrivo testi in dialetto siciliano che vorrò sviluppare nell'ambito del progetto.

Alessandra sei siciliana, ma attualmente vivi a Roma, che rapporto hai con la tua città natia?
Confesso che ad un certo punto della mia vita mi ero volutamente allontanata dalla mia terra anche per mettere una distanza con alcuni retaggi culturali e schemi da seguire che mi stavano stretti, che mi creavano disagio, soprattutto in riferimento alla condizione di donna che ancora oggi è spesso, ingiustamente, posta in secondo piano rispetto alla figura maschile. Avevo bisogno di cambiare arie e decisi così, con un'opportunità di lavoro, di trasferirmi a Roma. In questi anni mi sono sentita anche mentalmente lontana dalla mia terra come una sorta di corazza che mi ero costruita per protezione. Iniziando a scrivere testi in dialetto siciliano ho ripreso il contatto con la mia terra e mi sono riappacificata rispetto al mio sentire di prima. Adesso ho raggiunto una sorta di equilibrio ed ora guardo la Sicilia con tanto affetto,
Tu canti anche in un coro Gospel. Cosa significa il Gospel per te?
Un qualcosa nato quasi per caso, quasi un destino che mi ha portato ad approfondire, oltre alle lezioni di canto, anche un percorso differente, che ho volentieri percorso per arricchire la mia esperienza legata alla musica. Per cui a questa proposta di cantare in coro come contralto, io lo sono, ho subito accettato. La prima impressione che ho avuto è stata di tanta energia e di come da ogni singola voce possa essere trasportata in questo strano insieme di voci che cantano nel coro che, pur ognuna mantenendo la propria personalità, raggiungono una sinergia tale da divenire singola voce. Il coro è un po' come se ci sentisse in una grande famiglia, come se incontrassi con gioia i tuoi fratelli. Nel coro gospel la cosa bellissima è l'energia che si prende e si dona ogni volta che si canta nel coro con un lavoro di coordinazione molto grande. Tutti dobbiamo poggiarsi sulla colonna dell'altro ma ognuno resta una colonna. Il Gospel è condivisione, amicizia, è volersi bene e condividere qualcosa che ti rende felice.

Alessandra ma tu preferisci interpretare le canzoni degli altri o le tue composizioni?
Non è semplice come domanda amo ambedue ma con delle distinzioni. Certo amo di più cantare i miei brani perché attraverso loro riesco ad esprimere tutta me stessa fino in fondo. Nel coro sei parte di un insieme, mentre se interpreto le mie composizioni riesco, come dovrebbe fare l'artista, a trasmettere qualcosa di più intenso non devo far fatica a rendere miei questi brani perché già lo sono, li sento dunque di più e mi consentono più agevolmente di esprimermi.
Durante una carriera musicale ci si confrontata con diversi generi musicali, con quali ti sei confrontata tu?
Ho cantato in duo con un chitarrista alcuni brani di "Classic Jazz" e "Bossanova". Devo però dire che mi trovo molto a mio agio in generi più soft rispetto a generi più tosti come rock e blues. Ho fatto anche alcune esperienze in acustico. Nella realtà del duo acustico c'è forse maggiore intimità con il partner con cui ti stai esibendo e quindi l''espressione di te stesso raggiunge livelli più elevati. Mi ero orientata su questi generi che non mi sono dispiaciuti affatto. E' arrivato poi il progetto siciliano "Liscìa", che è molto impegnativo e mi assorbe moltissimo non solo per i testi, c'è bisogno di tanta pazienza e cura e questo richiede molto tempo anche per le prove.
Attualmente il mondo della musica è un po' in crisi, ma, secondo te, c'è spazio per questo tuo genere musicale?
Si perché no. Ammetto che c'è tanto in giro che è difficile emergere in maniera considerevole. Metti anche che sono un'artista indipendente ed anche la manager del progetto. Senza dubbio questo è un genere di nicchia, ma originale che secondo me può avere un approdo positivo, anche se il successo, rispetto all'amore per ciò che faccio, quasi viene in secondo piano.

Hai mai pensato di incidere un disco?
Si un disco è già stato inciso ed è distribuito sulle principali piattaforme, si chiama "Cunti di Passiuni". Stiamo anche pensando al CD fisico che sarà composto da una decina di brani, speriamo il approdare a questa produzione per il prossimo anno. E poi perché no anche un tour per la promozione del CD con la collaborazione anche di altri musicisti e non escludo la partecipazione a dei Festival Folk.
Se potessi scegliere una nuova dote, oltre questa tua, quale sceglieresti?
Mi piacerebbe fare del teatro. Amerei frequentare un corso di improvvisazione teatrale anche perché è un ulteriore mezzo attraverso il quale puoi esprimerti al cento per cento, quindi perché no, un'altra strada da esplorare. Per ora non ho il tempo ma mi piacerebbe.
Vuoi svelare un tuo sogno segreto per il futuro?
Guarda ce ne sono molti davvero. Ma la cosa che davvero è importante per me è essere circondata da persone che mi danno energia positiva a volte andare dietro a tutti non è facile. Legato alla musica il sogno è riuscire a diventare una cantante nota, un sogno che coltivo sia da bambina, quindi emergere con questo disco non mi dispiacerebbe affatto. Vorrei comunque sempre migliorare e non smettere di avere sogni da poter realizzare. Mi auguro sempre di essere in pace ed equilibrio con me stessa pur stando e mantenendo i piedi per terra.
Alessandra prima di salutarci una domanda più personale, ti senti realizzata?
Bellissima domanda, ho lavorato molto sulla mia identità, e devo dire che adesso rispetto a prima mi sento più in equilibrio e serena con me stessa. Anche la lontananza dalla Sicilia in qualche modo mi ha erudito come persona e come donna, rafforzandomi non solo nella carriera, ma soprattutto nel lato creativo ed umano. Adesso tiro fuori la mia vera essenza senza alcun timore. Io sono così e non metto più paletti. Quindi per risponderti, si, oggi mi sento molto più realizzata di un tempo, oggi posso permettermi di mettere a nudo anche le mie debolezze.